Capodimonte

Il territorio:

Il Comune di Capodimonte si estende nella parte sud occidentale del lago di Bolsena. 

Grazie alla benefica influenza del lago, gli inverni sono sempre miti con piogge moderate e scarsissime precipitazioni nevose, mentre le estati sono calde ma non afose per la costante presenza di brezze. Quindi il clima eccezionalmente favorevole ha contribuito alla riproduzione ideale di numerose specie faunistiche e floreali ed allo sviluppo del turismo.

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Molte specie caratterizzano la flora acquatica: molto conosciute tra i pescatori il potamogeto perfoliato (in dialetto lojja) ed il ranuncolo acquatico (in dialetto marajja), mentre nella fauna ittica sono da segnalare i prelibati coregoni esaltati arrosto nella omonima sagra, i persici, i lattarini, i lucci, le trote e le appetitose anguille ricordate da Dante Alighieri nella Divina Commedia (canto XXIV det Purgatorio).

Potamogeton perfoliatus Tratto da: http://en.wikipedia.org/wiki/Potamogeton_perfoliatus

Potamogeton perfoliatus Tratto da: http://en.wikipedia.org/wiki/Potamogeton_perfoliatus

Ranuncolo Acquatico Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Ranunculus_aquatilis

Ranuncolo Acquatico Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Ranunculus_aquatilis

Coregone Lavaretus Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Coregonus_lavaretus

Coregone Lavaretus Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Coregonus_lavaretus

Anguilla Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Anguilla_anguilla

Anguilla Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Anguilla_anguilla

 

Latterino Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Atherina_boyeri

Latterino Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Atherina_boyeri

La storia:

Pensando al passato si può certamente affermare che il territorio di Capodimonte è stato frequentato dalle epoche più remote, come ampiamente dimostrato dalle importantissime scoperte di epoca preistorica (numerosi reperti litici risalenti anche al Paleolitico), protostorica (la piroga monoxile delle dimensioni di mt 6.25 X 0.70, attualmente in restauro nei locali opportunamente adattati dal Comune e presto esposta nel museo in allestimento), nonché numerosissimi ritrovamenti di epoca villanoviana, etrusca, romana provenienti dalla città di Vesentum, che sorgeva sul monte Bisenzo, dove oggi è stato realizzato un parco archeologico naturalistico.
Vesentum, peraltro segnalata dallo storico latino Plinio il giovane nell’elenco delle maggiori città etrusche, é particolarmente nota agli studiosi per gli eccezionali reperti archeologici rinvenuti nei sepolcreti delle necropoli intorno all’acropoli del monte Bisenzo, con varie tipologiedi ipogei, realizzati a cassa, a fossa, con o senza sarcofago, a pozzetto o a colombaio. Molti di tali reperti, scampati alle spoliazioni dei clandestini, costituiscono alcune collezioni esposte in numerosi e famosi musei di grandi città di tutto il mondo (New York, Chicago, Buffalo, Parigi, Copenaghen, Basilea, Ascona ecc.) e nei più importanti musei archeologici di Italia tra cui i musei di Villa Giulia e Pigorini di Roma, il museo Etrusco Gregoriano del Vaticano nonché nei musei di Firenze, Siena, Grosseto, Viterbo ecc.
A seguito di importanti ricerche archeologiche, alcune delle quali tuttora in corso, è stata documentata la ininterrotta continuità di vita a Bisenzo dall’età, del Bronzo Recente (interessanti i resti di strutture abitative risalenti al X° secolo a.C.) fino al V° secolo A.C., epoca in cui Vesentum subì le sorti di altre città etrusche dell’entroterra, decadendo rapidamente dopo la distruzione operata dai Romani fino alla tarda età repubblicana quando rifiorì con la costituzione di un Municipium, ascritto alla tribù Sabatina; 
successivamente con l’avvento del Cristianesimo fu eletta a sede vescovile fino alla ennesima distruzione effettuata dai Longobardi nel sec. VIII con conseguente trasferimento della diocesi a Castro.
Dopo questa distruzione molti abitanti sopravvissuti si rifugiarono nelle zone circostanti originando alcuni paesi tra cui Capodimonte, che solamente nel 1102 fu eretto a sede parrocchiale.Nel 1254 fu edificato un castello fortificato incorporando una vecchia torre, nel 1269 passò sotto il Patrimonio di San Pietro per volere di Bonifacio VIII° e nel corso del sec. XV passò sotto la signoria della famiglia Farnese.
Grazie a questo nobile casato, valenti artisti dell’epoca hanno lasciato importanti opere di notevole valore storico artistico tra cui la mole ottagonale della Rocca, ristrutturata negli anni 1510 – 1513 da Antonio Giamberti detto il Sangallo il Giovane, nell’isola Bisentina la chiesa dei S.S. Giacomo e Cristoforo attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola, realizzata nelle vicinanze delta “Malta”, prigione fatta edificare dal Card. Albornoz per gli eretici e ricordata da Dante nella Divina Commedia e l’edicola ottagonale del Sangallo il Giovane, degnamente segnalata dal Vasari. Sempre nell’isola Bisentina, due delle sette piccole chiesette esistenti sono decorate da affreschi realizzati da pittori quattrocenteschi, forse della scuola di Benozzo Gozzoli, (alcuni critici attribuiscono i disegni della cappella della Trasfigurazione al pittore Melozzo da Forlì).

Capodimonte oggi:

Oggi Capodimonte è articolato nei due nuclei urbani del borgo e della parte nuova. Il borgo, di chiaro impianto medioevale, è situato sul promontorio che scende sul lago, dove sono edificate la Rocca Famese, la chiesa collegiata, dov’è venerata l’immagine della Madonna delle Grazie, attribuita da alcuni critici alla scuola del pittore napoletano Sebastiano Conca, il palazzo Borghese, attualmente sede comunale ed il patazzo Puniatowski, edificato su progetto del Valadier.
La zona nuova si è sviluppata maggiormente nella piana sottostante, dirimpetto al lungolago, a poche decine di metri dalla passeggiata e dalla spiaggia, meta estiva di numerosi turisti, preferito per i fondali sicuri, per l’ombra refrigerante dei platani e per la pulizia dell’arenile. Il turismo di massa è affiancato da quello culturare ambientale, favorito oltre che dal clima e dalla bellezza incontaminata dei luoghi, anche dalle numerose attrattive storiche, artistiche e folcloristiche.

Capodimonte

Capodimonte

Attrazioni turistiche:

Per quanto riguarda le tradizioni ed il folclore, da oltre venti anni viene realizzata la I° domenica di Agosto la sagra del Coregone, in cui il pesce viene cotto alla brace e accompagnato dall’ottimo vino locale.

Inoltre viene festeggiata la festa di San Rocco a metà agosto con l’organizzazione di numerose manifestazioni tra cui gli spettacolari fuochi artificiali sul lago e la festa della Madonna delle Grazie con la tradizionale infiorata.

Nei ristoranti e nelle trattorie di Capodimonte possono essere gustati alcuni prodotti gastronomici locali e le seguenti pietanze basate anche sul pesce del lago (che peraltro é classificato come risorsa idropotabile data l’assenza di inquinamento) primi piatti: zuppa di pesce di lago, pasta in brodo con uova di tinca, e l’acquacotta del pescatore (in dialetto sbroscia); secondi piatti: frittura di lattarini, anguilla marinata o alla vernaccia, filetti di persico, carpa arrosto, coregone al cartoccio, ecc.

E’ stato realizzato un presepe subacqueo in località Giardinetti, il Parco Archeologico Naturalistico in Loc. Bisenzio è stato realizzato un percorso pedonale che immerso nel verde a ridosso del Lago, congiunge il camping al centro storico. Da alcuni anni oltre alla tradizionale fiera di merci della 4° Domenica di agosto è stata organizzata una mostra dell’artigianato e dell’antiquariato nelle Domeniche estive nella pubblica passeggiata del lungolago e nel centro storico.

Gallery per gentile concessione del Sig.  Stefano Manetti